La usiamo per lavare i piatti su cui mangiamo, ma la spugna da cucina è un ambiente perfetto per la proliferazione dei batteri: che fare dunque?
La spugna da cucina è uno degli oggetti più contaminati della casa: umida, piena di briciole e residui di cibo, forse è il caso di cambiarla davvero tanto spesso per evitare la proliferazione di batteri o magari è anche meglio trovare un’alternativa, se c’è. Molte specie batteriche sono estremamente adattabili: alcune vivono in ambienti estremi e secondo gli esperti, per dirla con una battuta, se potessero scegliere vorrebbero vivere nelle spugne da cucina, proprio per la loro composizione.
Qualche anno fa, giusto per chiarire quanto sia un problema davvero molto importante, Markus Egert, microbiologo dell’Università di Furtwangen in Germania, ha analizzato il microbioma di spugne da cucina usate e trovato oltre trecento forme di batterio diverse per un totale di 54 miliardi di batteri in media per ogni centimetro cubo. Un numero esorbitante che ci fa capire quanto pericoloso possa essere per il nostro organismo usare a lungo la stessa spugna da cucina.
La struttura stessa della spugna favorisce questa colonizzazione: buchi, pori e cavità sono in sostanza un rifugio sicuro per i batteri, che si sentono liberi di proliferare e quanto più diversa è la composizione delle spugne, in tanti più batteri è possibile imbattersi. Questo perché alcuni batteri crescono meglio isolati, mentre altri preferiscono vivere in comunità: dentro le spugne c’è davvero spazio per tutti.
Attenzione a non farsi prendere immediatamente dal panico, perché i batteri sono ovunque – sulla pelle, nell’aria, nel suolo – e la maggior parte di essi è innocua o addirittura utile. Allo stesso tempo, la metà dei batteri più presenti nelle spugne, ossia 5 delle 10 specie più comuni trovate nelle spugne, possono causare gravi danni alla salute di persone che risultano essere immunocompromesse. A poco servono la pulizia col microonde o il lavaggio con acqua calda e sapone, i batteri resistono.
Ci si domanda così giustamente se esistono delle alternative alle comuni spugne da cucina, che magari contengano meno batteri e in generale siano più facili da igienizzare. Prima di darvi una soluzione alternativa, vi dobbiamo dunque segnalare che Escherichia coli, Salmonella e Campylobacter – i principali responsabili delle infezioni alimentari – sono stati rilevati raramente nelle spugne da cucina, quindi non scaturiscono da lì.
Altre ricerche, negli anni, hanno comunque dimostrato che solo il 2% delle spugne analizzate conteneva batteri dannosi, e sempre in quantità molto basse. Insomma, nessun allarmismo, ma in ogni caso c’è anche un’alternativa: invece delle comuni spugne, sarebbe buona prassi utilizzare una spazzola, in quanto da risultati microbiotici di una ricerca del 2022, è emerso che hanno comunque livelli microbiotici più bassi.
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