C’è un oggetto che usi tutti i giorni in cucina, ma non sai che si chiama “Marisa”: vediamo se riesci a capire di cosa si tratta.
In cucina è un oggetto indispensabile che usi ogni giorno, ma che non sai che si chiama “Marisa”. Basta tirarla fuori dal cassetto e diventa subito l’alleata perfetta per raccogliere anche l’ultimo residuo di impasto, di cioccolato fuso, di panna montata o di crema pasticcera.

Non solo riduce al minimo gli sprechi, ma ci fa cucinare meglio e con più precisione. Senza di le sprecheremmo chili di impasto nel corso degli anni.
La usi ogni giorno e non sai che si chiama Marisa: ti svelo di cosa si tratta
Hai presente quella piccola spatola che usiamo tutti per non sprecare nemmeno un cucchiaio di impasto? Quella che ci salva quando stiamo preparando una torta e ci accorgiamo che metà della crema resta attaccata al fondo della ciotola. Beh, probabilmente la conosci già, ma forse non sai che ha un nome curioso e affettuoso: la Marisa.

La cosa divertente è che tutti la chiamano “leccapentole”, nome che descrive perfettamente il suo compito. Però in tanti la conoscono come Marisa. E qui nasce la curiosità: perché mai un attrezzo da cucina dovrebbe avere un nome da donna?
L’origine della Marisa: perché si chiama proprio così?
Una prima versione della storia vuole che il nome risalga addirittura al Cinquecento, quando una pasticcera francese di nome Maryse Monpetit, al servizio del re Francesco I, inventò una piccola spatola per non buttare via neanche un grammo di impasto.

La leggenda vuole che i biscotti che preparava fossero così buoni da farle guadagnare un titolo nobiliare… e da dare il suo nome all’utensile. Da “Maryse” a “Marisa” il passo è stato breve.
C’è un’altra leggenda per l’origine del nome della Marisa: questa è davvero divertente
Un’altra ipotesi è più recente e parla di una famiglia francese, i De Buyer, che da secoli produce utensili da cucina. Si racconta che il figlio Léonard, un giorno per giocare, si mise una ciotola sporca in testa a mo’ di elmo. Ovviamente venne sgridato dai familiari e ci restò molto male.
Ma rimasto così colpito da quell’episodio della sua infanzia che decise di creare una spatola in caucciù che riuscisse a pulire perfettamente ogni ciotola. L’invenzione fu un successo e finì per essere legata al marchio Marysa. Anche qui, col tempo, il nome si trasformò fino a diventare “Marisa”.
Al di là delle leggende, quel che conta è l’utilità di questo strumento. La Marisa non serve solo per raschiare ciotole e teglie: è perfetta per impastare delicatamente albumi o panna montata, per spalmare creme, per stendere impasti e, diciamolo, oggi non potremmo proprio farne a meno.