Il caso di una donna, corsa in farmacia per uno shock anafilattico e deceduta all’ingresso, ha riacceso i riflettori sulle allergie alimentari.
Tragedia nel Comune di Matelica, nelle Marche, dove una donna di 47 anni, Marella Pizzarulli, è deceduta per uno shock anafilattico dopo aver ingerito alimenti che le hanno provocato allergia. Corsa in farmacia, la donna si è accasciata all’ingresso, perdendo i sensi. Trasportata con urgenza all’ospedale più vicino, Marella è morta poco dopo.
Il dramma non solo ha sconvolto le farmaciste, accorse in aiuto della donna, e l’intera comunità, ma ha riacceso i riflettori su un problema spesso sottovalutato, quelle delle allergie alimentari. In Italia, si stima che ci siano oltre 2 milioni di persone allergiche ad alcuni alimenti, in certi casi, le allergie si manifestano in forma grave, provocando appunto lo shock anafilattico.
È importante conoscere a quali alimenti si è allergici, ma ovviamente ce ne sono alcuni che sono maggiormente rischiosi. L’allergia è una condizione che emerge quando il sistema immunitario non riconoscere la sostanza, che in genere è innocua, ritenendola invece aggressiva e pericolosa. Dunque, l’organismo si arma per difendersi, innescando la produzione di anticorpi.
Gli anticorpi, ossia le immunoglobuline E, scatenano la reazione allergica, generando poi le comuni sintomatologie, come infiammazioni e patologie a carico degli organi. I sintomi colpiscono soprattutto alcuni organi e apparati, come polmoni, la pelle, gli occhi, il naso, il cavo orale. Se un cibo provoca allergia, pochi minuti dopo il suo consumo si scatena la reazione.
Per scatenare l’allergia, basta una quantità minima di allergene. Tra gli alimenti sorvegliati speciali, ce ne sono alcuni molto comuni e maggiormente a rischio. Quali? Tra gli alimenti potenzialmente pericolosi troviamo le arachidi, il pesce, i molluschi e i crostacei, le uova, la frutta a guscio, come nocciole e mandorle, e la frutta fresca, come pesche, albicocche, il melone e l’anguria.
I sintomi emergono a distanza di pochi minuti dopo aver ingerito la sostanza pericolosa per l’organismo. Tra i sintomi più comuni ci sono prurito alla bocca, formicolio al cavo orale, orticaria, gonfiore alle labbra e alla lingua, ma anche gola e occhi, difficoltà nella respirazione, dolori all’addome, nausea e vomito, vertigini e stordimento. Infine, nei casi più gravi si arriva alla anafilassi.
Riconoscere tali sintomi è facile, si tratta di malori evidenti. È importante conoscere a cosa si è allergici e conoscere la storia clinica della famiglia, attraverso esami del sangue e test allergici cutanei. Esiste una predisposizione genetica, ma l’allergia si può anche sviluppare nel tempo, oppure, allo stesso modo, l’allergia può diminuire o scomparire negli anni.
Gli antistamicini sono utili per contrastare le fasi acute. Nei casi gravi, quando subentra lo shock anafilattico, è importante agire tempestivamente, contattando il Pronto Soccorso. In attesa dei soccorsi, bisogna sdraiarsi e sollevare le gambe, controllando la respirazione, somministrando, se possibile, antistaminici e corticosteroidi per bocca, oppure iniettare epinefrina nella coscia. Occhio se hai fatto questo acquisto al supermercato, è pericoloso: scatta il richiamo alimentare.
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