Carne, leggi l’etichetta: tutti richiedono che ci sia scritta un’informazione fondamentale

Quando si fa la spesa e si mette la carne nel carrello, bisogna sempre leggere attentamente le etichette: che cosa controllare?

Quando andiamo a fare la spesa e mettiamo la carne nel carrello, dobbiamo sempre leggere attentamente le etichette. Etichette corrette riportano sempre dati chiari e trasparenti, informando il consumatore su qualsiasi dettaglio riguardante l’alimento. Spesso, però, mancano alcune informazioni basilari, di importanza vitale, come la provenienza o il tipo di allevamento.

Due confezioni di carne confezionata
Carne acquistata al supermercato – ristoranteamormio.it

Purtroppo, i dati parlano chiaro: quasi il 90% del consumo di carne proviene dagli allevamenti intensivi. I pascoli spariscono di anno in anno, le città si cementificano e sempre meno persone lavorano negli allevamenti tradizionali, mentre il consumo di carne aumenta gradualmente, crescendo di pari passo con la popolazione stessa. Ciò crea un grosso problema, per noi, per l’ambiente e ovviamente per gli animali.

La necessità di un’etichettatura trasparente sulle confezioni di carne

Il problema principale è il consumo in aumento della carne. Se da una parte aumentano le persone vegetariane e vegane, dall’altra parte aumenta il consumo di carne, non solo perché la popolazione mondiale cresce, ma anche perché ormai la carne non è più ritenuta un alimento di lusso, ma alimento di tutti i giorni, cibo da fast food.

Se una tempo la carne, che costava parecchio ed era limitata, era considerata un alimento da concedersi ogni tanto, oggi la si consuma quotidianamente, con leggerezza, e la si trova in centinaia di piatti. Per soddisfare questa imponente richiesta, però, bisogna produrre. In che modo? Ricorrendo agli allevamenti intensivi, per massimizzare la produzione, calpestando però ogni diritto animale.

Consumatori leggono etichette della carne
Coppia acquista carne al supermercato – ristoranteamormio.it

Gli animali da reddito, ossia quelli allevati principalmente per il cibo, forniscono carne, uova e latte. Tra la popolazione non esiste una consapevolezza della crudeltà che gli allevamenti intensivi comportano: il consumatore vede la carne già lavorata e confezionata, e non la percepisce come di origine animale, ma come puro prodotto destinato al consumo. Ma la carne, non solo quella prodotta negli allevamenti intensivi, comporta tanti rischi.

Il problema della carne nella società contemporanea: perché occorre ridurne il consumo

Gli allevamenti intensivi sono un vero inferno per gli animali, luoghi di sangue e di violenze. Le aziende cercano di massimizzare i guadagni, cercando di produrre carne a basso costo, calpestando la dignità degli esseri viventi. Ma questo metodo di produzione comporta seri problemi per tutti: si tratta di un metodo altamente inquinante per l’ambiente.

Ci sono aree dell’Italia, come la zona del modenese, che sono fortemente inquinate per via dell’alta concentrazione di allevamenti intensivi, che contaminano l’aria, l’acqua e il suolo. In Italia, gli allevamenti intensivi sono la seconda fonte di emissioni di polveri fini, dopo i sistemi di riscaldamento. Insomma, gli allevamenti inquinano e aumentano il rischio di malattie respiratorie per noi umani.

Carne confezionata nel frigo del supermercato
Reparto carni del supermercato – ristoranteamormio.it

Ma non solo, perché la carne, già di per sé possibilmente cancerogena, poiché degrada le cellule e i tessuti, è già compromessa per via del tipo di allevamento, composto da tante sostanze inquinanti e cancerogene, come ad esempio gli antibiotici, che scatenano malattie zoonotiche, in pericoloso aumento negli ultimi decenni. Dunque, ridurre o evitare il consumo di carne fa bene all’ambiente e fa bene alla nostra salute.

Etichette chiare sulla carne confezionata: la richiesta delle associazioni

Oltre al problema etico, ossia la sofferenza degli animali, costretti a subire sevizie e a vivere un inferno, ne va della nostra salute. Secondo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, il consumo costante di carne contribuisce a un aumento del 18% di rischio di tumore (in particolare colon, stomaco, seno, ovaio, prostata), di obesità, di diabete, di malattie cardiovascolari, renali e neurodegenerative.

Puntare su etichette chiare sulla provenienza della carne è essenziale, anche per conoscere da quale allevamento proviene, l’impatto ambientale che quel determinato allevamento comporta e quali sono le condizioni di vita degli animali: sulle etichette, le associazioni chiedono di scrivere l’origine della carne e la categoria inquinante di allevamento, in modo tale da indirizzare il consumatore. A ottobre sapremo come andrà a finire la vicenda.

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